Sempre un mix di potente hard rock quasi sabbattiano e prog-jazz caratterizza i lavori del trio della chitarrista norvegese Hedvig Mollestad che pubblica un nuovo lavoro su Rune Grammofon.
I brani, sempre sviluppati sempre in lunghe improvvisazioni, non deviano mai verso inutili tecnicismi stile fusion, malgrado qualche critico senza alcuna ragione dica il contrario. Ma come al solito c'è chi parla di argomenti che non conosce.
Il suono del trio si muove sulle sonorità storiche dell'hard rock in un hendrixismo jazzato che ricorda il primo McLaughlin, quello di Devotion e primissima Mahavishnu, ma su strutture più vicine alla semplicità del blues rock.
da www.princefaster.com https://www.princefaster.it/kraftwerk-il-suono-di-un-passato-futuro/ Nel 1997, il New York Times ha definito i Kraftwerk i “Beatles della musica dance elettronica” e il parallelo è stato a più riprese riproposto da pregiate riviste musicali e di cultura generale come Rolling Stone, The Guardian o LA Weekly che ne hanno anche esteso la portata con titoli come “Kraftwerk Are More Influential Than The Beatles”. Non si tratta solo di titoli ad effetto né di un paragone propriamente musicale, ma di prendere in esame gli impatti che determinate scelte, incluse certe volte in specifici dischi “epocali” o disseminate attraverso vari lavori, abbiano avuto sui gusti del pubblico, sulle scelte di migliaia di musicisti e sugli stili musicali degli anni successivi, o semplicemente sulla capacità che queste due band, anche inconsapevolmente, hanno avuto di prevedere quali sarebbero stati gli sviluppi della popular music. A distanza di ...
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