Al di là della ricostruzione storica e tecnica, nel capitolo legato all'estetica della chitarra synth tento di indicare gli esempi significativi di rinnovo LINGUAGGIO della chitarra.
Una riflessione che ho appena accennato sull'articolo è quella che riguarda l'impiego che si fa di questi congegni che in molti casi consiste nel sostituirsi al tastierista anche nell'uso di suoni acustici o elettrici come piano, archi e organo.
In realtà questo aspetto fa parte di un più generale cambio di approccio generale sul mondo della sintesi che in alcuni generi musicali è diventata un semplice riduttore d'ingombri del tipo: "un piano elettrico è pesante e ingombrante ne uso uno campionato". Che tradotto in chitarristeria è diventato: "è andato via il tastierista faccio io le parti organo o di piano con la chitarra MIDI".
L'approccio dei pionieri e in particolare quello inaugurato da Fripp e da Metheny è invece completamente diverso: "ho uno strumento nuovo cerco un linguaggio nuovo".
Del resto i soli di piano di Hancock sono diversi dai solo di synth di Hancock, allora perchè i soli di chitarra synth dovrebbero scimmiottare qualcos'altro???
Metheny con il synth è diverso da Mays con il synth, diverso il modo in cui l'interazione con la corda fa suonare il sintetizzatore, diventa un lessico sonoro originale, PROPRIO DELLE CHITARRE SYNTH e non mutuato dai tastieristi.
Inoltre va preso atto, per usare i synth bisogna conoscerli, vanno programmati, la potenza non è nei preset ma in quello che il synth può fare in mano ad ognuno di noi...
Commenti
Posta un commento