Il Suono Del Rumore
(by Alex Marenga)
Introduzione
“ogni manifestazione della nostra vita è
accompagnata dal rumore. Il rumore è quindi
famigliare al nostro orecchio, ed ha il potere di
richiamarci immediatamente alla vita stessa”
Luigi Russolo (1)
Nell’arco di un secolo, dall’introduzione dell’elettricità nelle città
occidentali alla diffusione del digitale, l’umanità ha assistito a
una successione di trasformazioni vertiginose che ne hanno
radicalmente cambiato modi di vita, cultura, sistema economico.
Mai in precedenza l’uomo aveva assistito ad una così repentina
accelerazione della tecnica e gli effetti che questo sviluppo ha
avuto su tutte le manifestazioni umane sono ancora oggi al centro
dello studio di apposite discipline delle scienze umane e tecniche.
Le arti e la cultura hanno risentito in modo radicale di queste
rapide trasformazioni: non solo queste hanno impiegato nuove
modalità per essere prodotte, ma hanno cambiato in modo
rilevante i propri codici espressivi.
Si è passati in pochi decenni dalla rappresentazione figurativa del
mondo, consolidata attraverso i secoli, ai tagli sulla tela di
Fontana (2)
Esiste quindi un doppio binario sul quale anche la musica ha
percorso questo secolo: uno è quello dello sviluppo di nuove
macchine sonore, e quindi del progresso tecnico legato alla
musica, l’altro è la trasformazione del linguaggio che, partendo
dalla dissoluzione del sistema tonale, arriva ad impiegare i
rumori come elementi integrati all’interno dei propri codici.
La musica prodotta con i rumori incastra la propria esistenza con
la diffusione delle macchine nella quotidianità dell’uomo dell’età
industriale, ed è il pittore futurista Luigi Russolo a cogliere il
rapporto di concatenazione fra questi due elementi:
“Oggi l’arte musicale, complicandosi sempre più, ricerca gli amalgami
di suoni più dissonanti, più strani e più aspri per l’orecchio. Ci
avviciniamo cosi sempre più al suono-rumore. Questa evoluzione
della musica è parallela al moltiplicarsi delle macchine, che
collaborano dovunque con l’uomo”(3)
Russolo sottolinea come l’evoluzione della musica colta dei
primi del novecento verso la dodecafonia e, quindi, verso
soluzioni tendenti a scardinare l’impianto tonale classico sia un
tentativo di imitare il rumore della vita moderna con l’impiego di
suoni tradizionali, ma che la soluzione ultima sia, in realtà,
nell’impiego del rumore stesso.
Il visionario pittore futurista provvederà, pertanto, ad ideare delle
macchine in grado di imitare alcuni dei rumori dell’ambiente
urbano che ne permettano anche delle manipolazioni timbriche.
Ma la concezione rumoristica di Russolo, pur stimolando
l’interesse di alc une menti compositive a lui contemporanee,
come Arthur Honegger (4) o Edgard Varèse (5), sarà un episodio privo
di immediati sviluppi.
La diffusione di macchine specificatamente dedicate alla
produzione di suoni e rumori sarà la chiave attraverso la quale la
visione dell’artista andrà prendendo forma, divenendo, nel corso
del 900, anima di generi musicali diversi, arrivando a
contaminare anche la musica popolare.
.
NOTE
(1) L. Russolo, L’Arte Dei Rumori, Milano, Edizioni Futuriste di Poesia, 11 marzo 1913,p.14
(2) Lucio Fontana, (Rosario Santa Fè 1899- Comabbio 1968), pittore e scultore, dal 1935
aderì al movimento degli Astrattisti Italiani. Nel 1946 stilò il Manifiesto Blanco, che segnò
l'inizio delle sue esperienze "spaziali”. Al 1958 appartengono i tagli nella tela
(3) L. Russolo, ivi,, p.10
(4) Arthur Honegger, (Le Havre, 1892 – Parigi, 1955) compositore svizzero nato in Francia e
vissuto per gran parte del tempo a Parigi, noto per il suo lavoro Pacific 231 per orchestra,
che imita il suono di una locomotiva a vapore.
(5) Edgard Victor Achille Varèse, (Parigi, 1883 – New York, 1965) compositore francese
naturalizzato statunitense che, seppur consacrandosi principalmente alla direzione
d'orchestra e alla divulgazione della musica contemporanea, si dedica ad una serie di
composizioni che l'imporranno come uno dei rappresentanti della nuova musica tra i più
avanzati nella scoperta di territori inesplorati.
(by Alex Marenga)
Introduzione
“ogni manifestazione della nostra vita è
accompagnata dal rumore. Il rumore è quindi
famigliare al nostro orecchio, ed ha il potere di
richiamarci immediatamente alla vita stessa”
Luigi Russolo (1)
Nell’arco di un secolo, dall’introduzione dell’elettricità nelle città
occidentali alla diffusione del digitale, l’umanità ha assistito a
una successione di trasformazioni vertiginose che ne hanno
radicalmente cambiato modi di vita, cultura, sistema economico.
Mai in precedenza l’uomo aveva assistito ad una così repentina
accelerazione della tecnica e gli effetti che questo sviluppo ha
avuto su tutte le manifestazioni umane sono ancora oggi al centro
dello studio di apposite discipline delle scienze umane e tecniche.
Le arti e la cultura hanno risentito in modo radicale di queste
rapide trasformazioni: non solo queste hanno impiegato nuove
modalità per essere prodotte, ma hanno cambiato in modo
rilevante i propri codici espressivi.
Si è passati in pochi decenni dalla rappresentazione figurativa del
mondo, consolidata attraverso i secoli, ai tagli sulla tela di
Fontana (2)
Esiste quindi un doppio binario sul quale anche la musica ha
percorso questo secolo: uno è quello dello sviluppo di nuove
macchine sonore, e quindi del progresso tecnico legato alla
musica, l’altro è la trasformazione del linguaggio che, partendo
dalla dissoluzione del sistema tonale, arriva ad impiegare i
rumori come elementi integrati all’interno dei propri codici.
La musica prodotta con i rumori incastra la propria esistenza con
la diffusione delle macchine nella quotidianità dell’uomo dell’età
industriale, ed è il pittore futurista Luigi Russolo a cogliere il
rapporto di concatenazione fra questi due elementi:
“Oggi l’arte musicale, complicandosi sempre più, ricerca gli amalgami
di suoni più dissonanti, più strani e più aspri per l’orecchio. Ci
avviciniamo cosi sempre più al suono-rumore. Questa evoluzione
della musica è parallela al moltiplicarsi delle macchine, che
collaborano dovunque con l’uomo”(3)
Russolo sottolinea come l’evoluzione della musica colta dei
primi del novecento verso la dodecafonia e, quindi, verso
soluzioni tendenti a scardinare l’impianto tonale classico sia un
tentativo di imitare il rumore della vita moderna con l’impiego di
suoni tradizionali, ma che la soluzione ultima sia, in realtà,
nell’impiego del rumore stesso.
Il visionario pittore futurista provvederà, pertanto, ad ideare delle
macchine in grado di imitare alcuni dei rumori dell’ambiente
urbano che ne permettano anche delle manipolazioni timbriche.
Ma la concezione rumoristica di Russolo, pur stimolando
l’interesse di alc une menti compositive a lui contemporanee,
come Arthur Honegger (4) o Edgard Varèse (5), sarà un episodio privo
di immediati sviluppi.
La diffusione di macchine specificatamente dedicate alla
produzione di suoni e rumori sarà la chiave attraverso la quale la
visione dell’artista andrà prendendo forma, divenendo, nel corso
del 900, anima di generi musicali diversi, arrivando a
contaminare anche la musica popolare.
.
NOTE
(1) L. Russolo, L’Arte Dei Rumori, Milano, Edizioni Futuriste di Poesia, 11 marzo 1913,p.14
(2) Lucio Fontana, (Rosario Santa Fè 1899- Comabbio 1968), pittore e scultore, dal 1935
aderì al movimento degli Astrattisti Italiani. Nel 1946 stilò il Manifiesto Blanco, che segnò
l'inizio delle sue esperienze "spaziali”. Al 1958 appartengono i tagli nella tela
(3) L. Russolo, ivi,, p.10
(4) Arthur Honegger, (Le Havre, 1892 – Parigi, 1955) compositore svizzero nato in Francia e
vissuto per gran parte del tempo a Parigi, noto per il suo lavoro Pacific 231 per orchestra,
che imita il suono di una locomotiva a vapore.
(5) Edgard Victor Achille Varèse, (Parigi, 1883 – New York, 1965) compositore francese
naturalizzato statunitense che, seppur consacrandosi principalmente alla direzione
d'orchestra e alla divulgazione della musica contemporanea, si dedica ad una serie di
composizioni che l'imporranno come uno dei rappresentanti della nuova musica tra i più
avanzati nella scoperta di territori inesplorati.
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