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Intervista ad AMPTEK 2001 Music House International




Il messaggio che intendo trasmettere viene dall'interno di me stesso ed esprime l'irrequietezza per un mondo circostante che sta andando in una direzione incontrollata e ostile.



 Da cosa deriva il tuo nome d'arte (Amptek), e cosa vuole rappresentare?
Si tratta di un acronimo che include le iniziali del mio nome e che in una prima fase era costituito solo da tre lettere cioè AMP, che stava per Alessandro Marenga Productions. Quando iniziai ad operare nel settore della nuova musica elettronica mi accorsi pero' che purtroppo era presente già un'altro artista nordeuropeo 
dello stesso genere che usava questa sigla.  



Prendiamo ad esempio il rock, che trent'anni fa era una musica trasgressiva e fuori dagli schemi, oggi è una musica completamente assorbita dal sistema economico, è buona per lo spot di "Windows 95", sopravvive unicamente perchè è un buon "business".











 Quindi per evitare confusione fra il pubblico decisi di modificare la sigla da me utilizzata fino a quel momento AMP in AMPTEK, che risulta essere la sintesi di Alessandro Marenga Productions and TEKnologies. Dato che questo progetto è incentrato sulla sperimentazione tecnologica e sulla ricerca di nuove formule linguistico-musicali basate sull'impiego di nuove tecnologie mi pareva il modo piu' corretto di modificare la sigla del mio progetto.









Cosa significa per te produrre musica techno, cioe' pensi di esprimere te
stesso attraverso questo genere di musica, o lo fai solo per un discorso
economico se eventualmente quest'ultimo dovesse esserci ?
I discorsi economici sono secondari nella mia concezione artistica, nel senso che non influenzano le mie scelte musicali. Credo che sia giusto che un'artista percepisca il dovuto a fronte di una speculazione commerciale operata da altri sulla sua musica (quindi dischi, concerti e quant'altro) ma essenzialmente io scrivo e suono quello che mi passa per la testa. Ritengo che le modificazioni sociali ed economiche dovute allo sviluppo tecnologico degli ultimi 10-15 anni abbiano trasformato profondamente il modo di produrre musica degli abitanti delle grandi concentrazioni metropolitane. Quando ero molto giovane era già complicato trovare i luoghi idonei in cui suonare, sale prove e di registrazione, e comunque era dispendioso. All'epoca pero' l'uso di strumenti elettrici (io suono la chitarra elettrica oltre che i synth) era pero' l'unico modo di fare musica per le giovani generazioni. Purtroppo in una grande città è diventato praticamente impossibile, specie per chi non ha disponibilità economiche, suonare uno strumento tradizionale, le pareti della case sono sottili e trasmettono il rumore, ed il costo di una sala è comunque elevato. 

Questo ha spinto milioni di giovani nel mondo occidentale a cercare delle alternative, che fossero alla loro portata.
La presenza oramai capillare dei computer nelle case costituisce questa via alternativa, il computer permette di realizzare un prodotto musicale completo, ha un basso costo e non disturba i vicini.....questo ha generato l'house e poi la techno ed un universo nuovo di autoproduzioni.
Queste musiche non sono che il frutto delle trasformazioni economico sociali del mondo industrializzato, i rave sono i grandi raduni giovanili, molto spesso quasi spontanei, che equivalgono ai concerti rock degli anni 70, sono un fenomeno sociale prima che un fenomeno commerciale (almeno per ora...). La musica secondo me deve rappresentare la società, la musica è lo specchio di quello che ci circonda e che noi rappresentiamo ognuno a suo modo.....
Quindi attraverso la musica "techno" (che sta per tecnologica) io esprimo la mia visione del mondo circostante, coi suoi rumori, con le sue frenesie e i suoi caos, con i suoi tempi accelerati......se vivessi nel deserto del Sahara suonerei altre musiche...(sicuramente meno tecnologiche e meno frenetiche)..ma io vivo qui....nella grande metropoli del mondo globalizzato ed essendo questo quello che mi circonda e che mi influenza tutti i giorni..io tento di rappresentarlo.







Stiamo assistendo a una nuova fase epocale di trasformazione della società, le grandi multinazionali stanno tentando di ridisegnare le frontiere economiche e politiche del mondo, di farci mangiare, respirare e bere sostanze frutto delle loro speculazioni commerciali.

Come definisci il sistema attuale, relativo alla musica in generale.
Dacci una tua sensazione ed analisi attenta su quello, che
sia di positivo che di
negativo, sta accadendo oggi nel mondo sotto il profilo musicale e non.

Secondo me si sta profilando un 'orizzonte complesso, in quanto oggi l'industria musicale ha raggiunto un tale livello di potenza sulla società che riesce a creare dal nulla o a mantenere vivi fenomeni "musicali" unicamente progettati per una finalità economica.


Sono molto attento a cio' che nasce spontaneamente fra i giovani e che l'industria non riesce a catalogare, quello che è sempre stato definito "underground", la musica "istituzionalizzata" non mi interessa, magari come testimonianza storica delle irrequietezze di trent'anni prima rimane importante. Prendiamo ad esempio il rock, che trent'anni fa era una musica trasgressiva e fuori dagli schemi, oggi è una musica completamente assorbita dal sistema economico è buona per lo spot di "Windows 95" sopravvive unicamente perché è un buon "business".
La nuova musica elettronica, quella che chiamano "techno", e che purtroppo in Italia molto spesso ci fa pensare a delle  mondezze impressionanti che ascoltiamo sulle radio commerciali, invece per i giovani del nord Europa e degli USA è molto spesso una musica sperimentale e ricercata (basti vedere l'attenzione che riscuotono in quei luoghi le produzioni di Aphex 
Twin o di Squarepusher)ed è secondo me lo specchio delle irrequietezze del mondo post-guerra fredda.
Stiamo assistendo a una nuova fase epocale di trasformazione della società, le grandi multinazionali stanno tentando di ridisegnare le frontiere economiche e politiche del mondo, di farci mangiare, respirare e bere sostanze frutto delle loro speculazioni commerciali.
E' giusto opporsi a questo meccanismo, a questo potere che globalizza in nome del profitto e del guadagno di pochi.
I movimenti che si oppongono a questo sono l'analogo dei movimenti che vedemmo negli anni 60 e 70, e che si espressero attraverso formule culturali originali come il jazz o il rock, oggi la rappresentazioni di queste inquietudini passa attraverso altri simboli, altri suoni : il rap, i graffiti, la techno , la musica jungle, i siti internet alternativi.
La tendenza della nuova musica elettronica , in questa fase, è quella di superare i linguaggi
usati fino ad oggi attraverso l'impiego degli strumenti "tradizionali", si sta sperimentando la frammentazione delle ritmiche e delle timbriche, si stanno annientando le forme e le formule consolidate della musica popolare degli ultimi trent'anni, e questo riscuote anche grandi consensi inaspettati.
Pensate, il gruppo ambient house degli Orb nel '92 è arrivato primo nelle classifiche inglesi con un brano strumentale e sperimentale di venti minuti...non si vedeva dal 1970 con Atom Heart Mother....





I movimenti che si oppongono a questo sono l'analogo dei movimenti che vedemmo negli anni 60 e 70, e che si espressero attraverso formule culturali originali come il jazz o il rock, oggi la rappresentazioni di queste inquietudini passa attraverso altri simboli, altri suoni : il rap, i graffiti, la techno , la musica jungle, i siti internet alternativi.





Qual'e' il messaggio concreto che vuole trasmettere la tua musica?
Il messaggio che intendo trasmettere viene dall'interno di me stesso ed esprime l'irrequietezza per un mondo circostante che sta andando in una direzione incontrollata e ostile. Non voglio mandare messaggi rassicuranti, voglio generare il tarlo del dubbio in chi ascolta, la sensazione che ci possa essere qualcosa di diverso....
 Suoni o componi in altri gruppi? Sappiamo che spesso frequenti il gruppo e gli
studi "ENTROPIA". Qual'e' in concreto la diversificazione tra la musica
ENTROPIA e AMPTEK (la tua) ?



Nel progetto Entropia convergono artisti provenienti da differenti esperienze, e che utilizzano differenti approcci verso al musica.

Musicisti che utilizzano strumenti tradizionali e che vengono ricollocati all'interno di un discorso musicale omogeneo attraverso il "trattamento elettronico".
Mentre il progetto AMPTEK è totalmente rivolto ad un ascolto radicale, industriale ed è fondato sul mio approccio individuale alla musica e all'elettronica, Entropia media fra persone differenti e modi diversi di concepire la musica.





A questo progetto collaborano improvvisatori jazz come YAX o Roberto Pedroni, musicisti di cultura prog-rock come N.J.Marxx o Hydrosnake e molti altri. All'inizio è stato difficile conciliare modi cosi diversi di pensare la musica e di generare una nuova ottica collettiva di organizzarla...senz'altro un collante è stata l'improvvisazione e la sua ricontestualizzazione mediante l'uso della tecnologia.Ultimamente sto anche producendo con Entropia il progetto di un cantante, Daniele Amenta, che scrive dei testi molto suggestivi e originali, che intende essere un tentativo di fusione fra le inquietudine della musica industriale e la musica cantata.



        ©Amptek
Non voglio mandare messaggi rassicuranti, voglio generare il tarlo del dubbio in chi ascolta, la sensazione che ci possa essere qualcosa di diverso....
 © MHI
Tu fai parte anche del gruppo ENTROPYAX? Cosa rappresenta per te quest'ultimo?
Entropyax è la sintesi fra la concezione di Entropia e lo spontaneismo di Yax.
Mharco Pagewhatt, infatti , è un grandissimo improvvisatore, il suo approccio istintivo e spontaneo alla musica produce spesso degli ottimi risultati.
Entropyax è la sintesi di questa istintività e della nostra riflessività.
Quando Yax collabora, invece, con Entropia il suo contributo viene rielaborato elettronicamente e ricondotto ad un logica compositiva funzionale alle esigenze della concezione musicale del progetto Entropia.
E quindi lavori saltuariamente a livello musicale con Yax, cosa ne pensi di lui?

Conosco e frequento sia a livello personale che musicale, Yax da molti anni , ritengo che sia un personaggio con una grande musicalità e con un talento istintivo e spontaneo.
Non è un amante del lavoro di produzione e postproduzione, cioè di tutto quel taglia e cuci, che serve a confezionare la musica a fini discografici, pero' mi sembra di aver capito che uno degli elementi della sua nuova band "New Yak "abbia questa volontà e questo non puo' che essere positivo alla sua musica.
La musica di Yax essendo infatti frutto di improvvisazioni spontanee piene di energia ottiene degli ottimi risultati in un contesto live, ma in un disco bisogna razionalizzare le cose migliori, e questo è un lavoro francamente noioso per molti musicisti.
Anche artisti del calibro di Miles Davis, hanno fatto uso di personaggi "appositi" (i produttori), come Teo Macero o Marcus Miller.
Direi che Paghewatt è un Miles che ha bisogno di un Teo Macero per far diventare la sua musica un prodotto adatto alla produzione discografica.












Quali sono gli strumenti musicali che ti piacciono di piu', cioe' intendiamo
per il loro suono, possibilita' espressiva, facilita' d'uso, ecc.


Credo che mi piacciano in generale tutti gli strumenti, quello che me li fa apprezzare di piu' o di meno è cosa ci viene suonato con uno strumento.
Ho visto suonatori di digeridoo, di steel drums e di sassofono che mi hanno stregato , altri che mi hanno annoiato. Credo che da qualsiasi strumento si possano trarre delle buone idee e delle buone sensazioni.
Del resto uno strumento è lo "strumento" di chi lo suona. Personalmente ho suonato per molti anni la chitarra, ma la trovo timbricamente poco elastica. Oggi grazie ai sintetizzatori e ai campionatori, riesco a materializzare con molta facilità le mie idee e le cose voglio esprimere. Di solito faccio molto uso dei computer per i lavori in 

Credo che da qualsiasi strumento si possano trarre delle buone idee e delle buone sensazioni.






"studio" invece dal vivo utilizzo alcuni synth analogici, che mi consentono il totale controllo timbrico tramite il pannello delle "manopole" e di una chitarra elettrica Fender Stratocaster effettata.

Mi piace molto anche manipolare altre sorgenti timbriche, piccoli aggeggi degli anni 70 come il sequencer Electroharmonix o generare suoni strambi muovendo a mano i dischi su piatto da DJ.
Molte sperimentazioni le effettuo durante le trasmissione radiofoniche sperimentali che realizzo con il gruppo trip-hop Recycle, "La Danza della Mente" che va in onda su Radio Città Aperta (FM 88.900) il giovedi dalle 21.00, durante le quali manipolando brani di altri artisti, oltre che i nostri, tramite giradischi, computers e campionatori otteniamo dei deliri sonori che ricontestualizzano il prelavorato di altri musicisti in un universo sonoro totalmente nuovo.


Personalmente ho due approcci diversi e contemporanei nel fare musica, come strumentista sono un improvvisatore ma come compositore mi piace strutturare la musica.
Quindi tendenzialmente finalizzo l'improvvisazione alle esigenze della composizione.


Che impronta ha dato l'elaboratore elettronico nella tua vita di musicista?
E quali benefici o meno, l'elaboratore elettronico ha portato nel mondo
della musica?


Credo che l'elaboratore abbia consentito un miglioramento epocale nella produzione della musica.
Oggi è possibile dentro casa registrare, elaborare, arrangiare e mixare musica allo stesso livello precedentemente ottenibile solo in un costoso studio di registrazione.
Questo ha aiutato moltissimo l'autoproduzione di musica indipendente, ed ha consentito a molti giovani di produrre musica senza far arricchire l'universo di chi specula sulle esigenze di musicalità della gente (quindi sale prove, case discografiche etc).
Quando uscirono sul mercato i primi computer economici, gli Atari e gli Amiga, attrassero immediatamente la mia attenzione per due motivi:


primo, mi consentivano di comporre senza i limiti tecnici della chitarra, che mi impediva di ascoltare determinati intervalli e comunque era legata alla sua timbrica specifica.
Due note eseguite da una chitarra sono molto diverse dalle stesse due eseguite da un'orchestra d'archi, questo ha stimolato la mia inventiva verso universi sonori nuovi prima altrimenti impensabili.

secondo, mi ha affrancato dalla necessità di avere degli strumentisti che eseguissero le mie musiche.
Salvo i grandi musicisti arrivati economicamente, un artista underground fatica moltissimo a trovare strumentisti disposti e in grado di eseguire la sua musica...senza essere pagati....
Era complicato trovare musicisti che volessero suonare le mie composizioni ......e costoso cercare il luogo in cui provare ripetutamente i brani....avevo innumerevoli difficoltà in questo senso...

Inoltre oggi posso arrivare tranquillamente al prodotto finito senza uscire di casa e con una spesa minima, questo è un grande traguardo.



Noi siamo del resto il frutto degli stimoli esterni che ci hanno raggiunto da quando siamo nati, da cio' che ci hanno dato i genitori a quello che abbiamo assorbito in noi stessi attraverso la scuola, i libri, i film, le altre persone. Siamo una parte di un tutto , non un universo isolato.......



Puoi darci una definizione su quello che pensi voglia significare l'esprimere
se stessi attraverso la musica?


Personalmente ho due approcci diversi e contemporanei nel fare musica, come strumentista sono un improvvisatore ma come compositore mi piace strutturare la musica.
Quindi tendenzialmente finalizzo l'improvvisazione alle esigenze della composizione.
Credo che ognuno di noi viva in un mondo materiale , con le sue contraddizioni, le sue negatività e positività e che noi stessi esprimiamo la nostra visione personale e le nostre pulsioni nei confronti di questo. Se fossi vissuto nel settecento avrei avuto altri stimoli, vivo nel XXI secolo e assorbo tutto quello che mi circonda risputandolo fuori nella mia personale visione.
La mia velleità artistica è di essere un testimone del mio tempo, ascoltando al mia musica fra duecento anni vorrei che si pensasse che è uno degli specchi culturali di questa epoca.
Noi siamo del resto il frutto degli stimoli esterni che ci hanno raggiunto da quando siamo nati, da cio' che ci hanno dato i genitori a quello che abbiamo assorbito in noi stessi attraverso la scuola, i libri, i film, le altre persone. Siamo una parte di un tutto , non un universo isolato.......

Pensi che attraverso la musica un individuo possa migliorare il condurre la
propria vita? Cioe', l'ascolto, la partecipazione ad attivita' inerenti il
campo musicale, possono rappresentare un significativo vantaggio nella vita
della gente?



Penso di no, anzi credo che un artista essendo piu' sensibile al mondo circostante ne percepisca maggiormente le inquietudini e le negatività. Credo comunque che sia uno sfogo personale importante che non ci fa sentire omologati in un mondo in cui oramai le persone fanno parte di una massa senza identità.
Credo che la musica, la letteratura, la pittura e le arti in generale siano il frutto del mondo circostante e non viceversa.
Quando Bob Dylan cantava le sue canzoni di protesta negli anni 60, queste erano maggiormente recepite dal pubblico perchè nella società circostante era presente un forte movimento sociale e politico diffuso fra i giovani di cui Dylan era l'espressione, che non è stato Dylan a genere, è stato semmai il contrario..... 




Penso che la musica non sia una merce come i pomodori in scatola, Morricone dice che Napster lo farebbe morire di fame, credo che se per primo si preoccupasse di diffondere la sua musica ad un prezzo contenuto non ci sarebbe l'esigenza di scaricalra gratuitamente.Ci dai un giudizio o un tuo pensiero sull'argomento relativo alla pubblicazione
di file .mp3 (o altri formati) su Internet?


Ritengo che il proibitivo costo della musica sul mercato renda obbligatorio per un autore porsi il problema di diffondere al propria musica anche a livello gratuito (quindi tramite il free download su internet) e di produrre , per quanto gli sia possibile, dischi a basso costo.
Credo che sia comunque un modo di diffondere la musica che presto sarà controllato dal sistema delle multinazionali che ne avranno comunque profitti.
Penso che la musica non sia una merce come i pomodori in scatola, Morricone dice che Napster lo farebbe morire di fame, credo che se per primo si preoccupasse di diffondere la sua musica ad un prezzo contenuto non ci sarebbe l'esigenza di scaricarla gratuitamente.
E' l'avidità di pochi che genera certi fenomeni, quindi ritengo molto positiva la diffusione della musica tramite la rete, finchè certi personaggi penseranno solo ad arricchirsi.
Quali sono i tuoi progetti futuri imminenti?

Sta per uscire un brano di AMPTEK per il terzo volume di una compilation della Nature Records (Mission Three), la piu' importante etichetta di musica elettronica in Italia e conto per fine anno di far uscire anche un album con loro.
Stiamo ultimando i missaggi del nuovo album di Entropia che contiamo di terminare quest'inverno.

Un tuo prossimo concerto?

Questa estate saremo impegnatissimi con i lavori in studio e quindi accetteremo soltanto DJ sets negli illegal raves, non veri e propri live. Dati questi impegni di studio non ci siamo mossi per questa estate per cercare delle serate live. Il progetto Entropia realizza dei concerti molto impegnativi con la presenza di 6 o 7 strumentisti dal vivo e la loro preparazione è frutto di un grosso lavoro.



E' l'avidità di pochi che genera certi fenomeni, quindi ritengo molto positiva la diffusione della musica tramite la rete, finchè certi personaggi penseranno solo ad arricchirsi.


Come passerai questa estate 2001? Parlaci di un frammento della tua vita
personale,
se ti senti.


Abitualmente trascorro l'estate a Roma, dati gli alti costi delle località turistiche in alta stagione, mi piace molto visitare le città del nord Europa , in particolare Londra, e recentemente sono attratto anche dai paesi arabi e dalla loro cultura.
Credo che questa estate lavorero' molto sui progetti che ho in piedi, vorrei giungere ad inizio di stagione con una serie di prodotti musicali pronti alla presentazione discografica.


Esprimi ora, per concludere, un giudizio sull'apertura su Internet di questa
rivista.


Credo che sia positivo che nuovi progetti editoriali prendano piede anche grazie ad Internet. Purtroppo le riviste musicali italiane sono accecate dalla logica del profitto, una intervista, infatti, si fa agli artisti le cui case discografiche sganciano quattrini in pubblicità o in materiale promozionale.
Questo rende il panorama dominato soltanto dai nomi che hanno dietro le spalle le grandi majors o qualche buona raccomandazione, e francamente questo rende molto squallido il comparto dell'editoria.
Ogni nuova testata che voglia rapportarsi alla musica con obbiettività e disinteresse è secondo me positiva, ed Internet consente a riviste come la vostra di nascere senza i condizionamenti del "mercato".
Credo sia importante per una rivista musicale scegliere gli artisti di cui parla e gli argomenti che tratta senza condizionamenti economici, ma guidata dalla passione per la musica e dalla curiosità verso i nuovi fenomeni, e questo a mio parere è il vostro indirizzo....in bocca al lupo




L'intervista con AMPTEK e' terminata, e noi ce ne siamo andati  soddisfatti, per la grande quantita' e qualita' di risposte ottenute alle nostre domande. 

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